Dopo 77 anni il soldato Martin riabbraccia i “suoi” bambini

Ci sono favole senza tempo che il tempo stesso si diverte a riallacciare, a volte dopo brevi periodi, altre volte dopo quasi un secolo; in questo caso 77 anni.

E’ l’ottobre del 1944 e i venti portatori di morte e distruzione della Seconda Guerra Mondiale continuano ad infuriare sull’Appennino Tosco Emiliano. Le forze alleate, entrate in Italia con l’obiettivo di liberare il Paese dai tedeschi, passano al setaccio il territorio a caccia dei nemici.

A Monterenzio il soldato americano Martin Adler si aggira tra le case assieme al commilitone John Bronsky, quando improvvisamente vede muoversi qualcosa o qualcuno dentro un cesto coperto.

Il gesto è istintivo, il fucile è puntato in direzione del movimento sospetto, il dito della mano pronto a premere il grilletto.

“Bambini! Bambini!!!”. Il grido disperato di una madre irrompe nell’aria, mentre proprio in quel momento tre testoline fanno capolino dalla cesta: sono Bruno, Giuliana e Mafada Naldi. I due soldati americani sorridono, Martin ringrazia il Cielo – “Se avessi sparato, non me lo sarei mai perdonato” – ed estrae dallo zaino la sua macchina fotografica.

“Possiamo fare una foto con i bambini?”.

La mamma fa cenno di aspettare e dopo pochi minuti si ripresenta con i tre figli tutti puliti e con indosso i vestiti della domenica.

I quattro si mettono in posa, il momento è catturato e consegnato alla storia.

E’ l’autunno del 2020, il veterano di guerra Martin Adler, ormai 97enne, pubblica su Facebook la foto scattata tanti anni prima, lanciando un appello sul social assieme alla figlia Rachelle: chi mi sa dare informazioni sui bimbi nella foto? E’ stata scattata in ottobre del 1994 in un paese vicino a Bologna. Mi piacerebbe tanto rivederli ed incontrarli. Qualcuno li riconosce?

A dicembre lo scrittore e giornalista Matteo Incerti condivide l’appello e due giorni dopo riceve una telefonata: “Mi chiamo Bruno, sono uno dei bambini della foto, le altre due sono le mie sorelle Mafalda e Giuliana”.

La notizia fa il giro del mondo, ne nasce un libro – “I bambini del soldato Martin” -, l’incontro si farà.

Anzi, si è fatto oggi: all’aeroporto “Marconi” di Bologna Adler è atterrato assieme alla figlia e al genero. A riabbracciarlo c’erano Bruno, Mafalda e Giuliana, oggi nonni e bisnonni.

Lacrime di commozione e una gioia senza tempo, oggi che il tempo ha riallacciato la storia per consegnare il messaggio più forte: per quanto la vita possa provarci, l’amore è destinato a vincere. Per sempre.

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