Pietro, 87 anni, cura gratuitamente i malati al tempo del Covid-19

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

In un ambulatorio di Caserta, dove la scienza ha il volto magnanimo dell’accoglienza, la celebre massima del Vangelo è divenuta realtà.

Alle spalle di quello che possiamo considerare un “miracolo di umanità” ai tempi del Covid-19, c’è la storia di un medico che ha dedicato la propria vita al prossimo: Pietro Casella.

L’amore per la medicina scocca in età giovanile e viene testato al sesto anno universitario, quando Pietro è ricoverato in isolamento nel reparto degli “Incurabili”; è lì, tra i malati di tifo e di tetano, di meningite e di colera, che scopre il senso della sua vita: “Dare vita ai giorni e non giorni alla vita”.

E così un giorno dopo l’altro, un mese dopo l’altro, il dottor Casella diventa medico specializzato in malattie infettive e tropicali e per anni esercita in prima linea, dedicando tutto se stesso ai pilastri che sorreggono la sua vita: la professione medica e la famiglia. E’ un sottile gioco di equilibri, con la moglie e i figli che si occupano dell’organizzazione quotidiana, mentre Pietro fa quello che gli riesce meglio: aiuta le persone.

Lo scorrere del tempo, però, è inesorabile e nel 2003 lo costringe a ritirarsi dall’attività pubblica. Fine dei sogni? Assolutamente no, perché la vocazione da medico è come un diamante: dura per sempre.

Pietro decide di affittare un ambulatorio e di visitare tutti coloro che ne hanno bisogno. Lo fa per passione, ma non per mera gratificazione personale: lo sguardo è sempre rivolto a chi è in difficoltà.

Per questo, per tre giorni alla settimana, il dottor Casella spalanca le porte della sua conoscenza e del suo ambulatorio agli “ultimi”, i dimenticati dalla società: clochard, indigenti, tutti coloro che non potrebbero permettersi nè assistenza, nè cure.

“Mi fa più piacere fare una visita gratuita che una visita di un paziente che mi paga; ho la mia pensione, mi basta coprire le spese di affitto dell’ambulatorio”, ripete spesso Pietro, che a 87 anni compiuti, nonostante l’infuriare della pandemia, non ha fatto un solo passo indietro.

Il 23 ottobre scorso sente che qualcosa non va; si sottopone al tampone e scopre di essere positivo al Covid-19. Alla sua età il rischio è alto. Dopo pochi giorni anche la moglie viene infettata, ma il dottor Casella non ha nessuna intenzione di lasciarsi andare. Lotta, combatte contro il virus con la stessa determinazione con cui da sempre svolge la sua professione, e, dopo un mese, vince.

Chiunque al posto suo si sarebbe ritirato, ma non Pietro. La moglie non tenta nemmeno di convincerlo, sa che la medicina è la sua vita e che senza i suoi giorni sarebbero bui e tristi.

“Non ho paura di morire – afferma fiero il dottor Casella -. Dio mi ha dato la fortuna di avere questa cultura medica e io la distribuisco, per la maggior parte, gratuitamente. A noi medici non è data la possibilità di guarire ogni malattia, ma possiamo e dobbiamo stare vicino ai malati per aiutarli a superare le loro difficoltà”.

Gratuitamente. Come ogni gesto di vero amore.

Damiano Montanari

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